Dopo il controllo delle sarte, rimanevamo ancora nei camerini per le ultime raccomandazioni. Il maestro ci ricordava dove dovevamo stare più attenti, coordinando il movimento in palcoscenico con le frasi da cantare finchè dall’altoparlante la voce tuonante del direttore di palcoscenico non ci chiamava: “Coro ragazzi prepararsi per scendere, attendere per le scale e aspettare la seconda chiamata”…
Era giunto quasi il momento. Piano piano scendevamo per le scale fino ad arrivare vicino alla porta che dava sul palcoscenico, ma stavolta dovevamo stare davvero in silenzio, eravamo davvero vicini al pubblico. Tutti seduti a due o tre su una scala, non solo per la posa delle foto, ma in trepidante attesa di entrare finalmente in scena e così cantare, ancora pochi minuti d’attes e all’improvviso…
“Coro ragazzi in scena” era il secondo segnale del direttore di palcoscenico, era il nostro momento, allora senza fare rumore,
ci alzavamo, attraversavamo le quinte ed entravamo in scena per cantare…..
Non so spiegare l’emozione, in scena con l’orchestra che ci accompagnava, le luci colorate dei riflettori, i nostri occhi che cercavano in platea e nei palchi qualche volto conosciuto, il viavai delle comparse, dei coristi, degli interpreti, una sensazione unica che non avevo mai provato prima e che spero di poter continuare a provare da grande, magari come cantante…