Ricordo ancora l’emozione della mia prima volta in sartoria: entrai in quel luogo strano pieno di manichini, abiti appesi, aghi e spilli da tutte le parti, macchine da cucire. La sarta mi disse:”come ti chiami ragazzì?”, gli diedi il mio nome e come d’incanto da uno scatolone, sotto un sacco di nylon, uscì il mio primo costume: pantaloni corti marroni di velluto pesante, camicia bianca di tela , giacca grigia di un panno pesante, quasi 10 kg. di roba!!!!!!!
Tutto impacciato le indossai subito, mi guardai allo specchio, con quelle “strane cose” che avevo addosso, così lontane dal mio mondo..ero scivolato indietro nel tempo….la sarta con aghi e spilli aggiustava la lunghezza delle maniche, dei pantaloni, mi prendeva il giro vita e tante altre cose. Ero emozionato con quel vestito addosso,
e poi tutta quella gente che passava e mi guardava, poi mi mise sulla testa il cappellino, non riuscivo mai a specchiarmi perchè la sarta si metteva sempre tra me e lo specchio, allora cercai di sbirciare alzandomi sulle punte dei piedi venni subito ripreso dalla sarta:”Mettiti subito giù e appoggia i talloni a terra, ma le scarpe dove sono?”, risposi: “Io non lo sò” e lei subito: “Ma non lo sai che prima di misurarsi i vestiti bisogna andare a prendere le scarpe?, dopo e solamente dopo si viene in sartoria, dai forza vai a prenderti le scarpe, sono in quello scatolone la in fondo, cercale c’è il tuo nome scritto su un foglietto, mettitele e poi torna…” Andò così la mia prima volta in sartoria.
Le sere della recita tutti in fila come dei soldatini, abbiamo passato il controllo delle sarte, avevamo un pò paura, ognuno di noi controllato dalla testa ai piedi, ma fortunatamente avevamo indossato bene tutti gli abiti, così di corsa tutti in scena per le scale…